
La non perfezione come tappa per arrivare alla meta. E ben venga qualche set lasciato per strada se la vittoria viene comunque portata a casa
Facile dire: “I campioni d’Italia dovrebbero vincere a mani basse”, poi però ci si trova a soffrire più del dovuto e a perdere qualche set, magari il primo (che già fa cominciare in salita la partita). E le critiche piovono: “Non penseremo mica di vincere lo scudetto giocando così… figuriamoci la Champions…”.
Martedì sera, in casa della Vero Volley Monza, la Sir Susa Vim Perugia ha vinto per 3 a 1 una partita dura ma giocata lucidamente dai Block Devils. Ora la Final Four di Champions League in Polonia (16 e 18 maggio) dista solo due set (il 20 marzo si gioca la partita di ritorno al Palabarton).
Nel frattempo si giocano anche i play off per lo scudetto: domenica 16 marzo si va in trasferta a Modena e ci sta che al Pala Panini ci sia da tirare fuori i denti per fermare la voglia di riscatto dei canarini.
A me personalmente rassicura la non perfezione della performance dei nostri ragazzi: l’imperfezione mi affascina e ha affascinato anche Rita Levi Montalcini, che nel suo libro “L’elogio dell’imperfezione” spiega:
“L’imperfezione è la condizione da sempre necessaria per correggere sé stessi, indagare sui propri errori, percorrere nuove strade e trovare nuove soluzioni. L’imperfezione è una tappa obbligata per giungere alla meta”.
E allora? Ben vengano i set persi, ben vengano i set point sprecati maldestramente quando poi i ragazzi di Lorenzetti riescono a chiudere comunque la partita raggiungendo il risultato e portandosi, passo dopo passo, verso il raggiungimento degli obiettivi di stagione.
Quest’anno, poi, Champions League e Play-off si intrecciano spesso portando il team a giocare praticamente ogni tre giorni.
Il lavoro di coach Lorenzetti si vedrà alla fine e quello dei Sirmanici e della Curva Nord si vede ad ogni partita. Cresce la passione verso questa squadra… imperfetta?
Donatella Binaglia